Simbolismo: la spirale tra dualismo e religione

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Il riconoscimento del simbolismo della spirale si trova al centro di molte invenzioni umane: curve e spirali hanno da sempre ispirato l’uomo nel corso della sua storia. Esse sono il fondamento delle prime incisioni rupestri e calendari solari che hanno aiutato l’uomo a capire i primordiali modelli solari oppure motivi pittorici di cesti e ceramiche che traggono le loro forme dalla natura.
La spirale è, quindi, un simbolo fondamentale dell’arte antica e del mito e trova molte delle sue declinazioni in diverse religioni del mondo contemporaneo.
Sebbene il suo simbolismo si sia evoluto nel corso dei secoli, la spirale continua a mantenere la sua caratteristica di forza centrale organizzativa nella cultura globale.
Nei riti praticati dagli sciamani la danza è spesso usata per raggiungere la trance, nella religione islamica questa pratica era molto comune: la danza vorticosa associato ai Dervisci, meglio conosciuta in Occidente dalle pratiche dell’ordine Mevlevi in Turchia, è parte di una cerimonia formale conosciuta come il Sema durante la quale i Dervisci ballano freneticamente roteando su se stessi e descrivendo molte spirali nello spazio con i loro vestiti svolazzanti.

La spirale si configura come simbolo di realizzazione ma allo stesso tempo dissoluzione nel caos, la spirale gira in entrambi le direzioni e, nel movimento verso il basso, la spirale compie un giro entropico che sfocia nel collasso caotico, nel movimento verso l’alto, può invece rappresentare un percorso di purificazione: queste due spirali, la generativa e la distruttiva, risultano essere un ciclo continuo.
La Divina Commedia di Dante Alighieri, scritta tra il 1308 e la sua morte nel 1321, mostra chiaramente la duplicità della spirale. Il viaggio di Dante è un viaggio a spirale e nell’Inferno, in cui i cerchi concentrici e si restringono verso il basso dove è collocato Lucifero, essa ha una direzione discendente. Nel Purgatorio, al contrario, la spirale ha una direzione verso l’alto e la sua salita è la metafora di espiazione dei peccati che conduce al Giardino dell’Eden.
Nell’immaginario collettivo, la biblica Torre di Babele, trasposta nei secoli in infinite rappresentazioni pittoriche, è la spirale per eccellenza: si tratta di uno dei più famosi simboli costruiti per il desiderio di competere con Dio che si manifesta attraverso la costruzione di un edificio a spirale. La “confusio linguarum” a Babele è la conseguenza rovinosa della prepotenza e l’arroganza dell’uomo che sfida la natura, che si spinge oltre i limiti che gli pone la sua morale o la sua religione.

Le curve e turbinii di conchiglie hanno ispirato gli architetti di tutto il mondo, essi studiano le strutture naturali al fine di impararne i segreti, per coglierne non solo le forme geometriche per poi riproporle ma il significato più nascosto e evocativo . La forza, la versatilità e il richiamo visuale della spirale hanno reso una forma geometrica un compiuto e misterioso prototipo per la progettazione architettonica, specialmente religiosa.
Samarra ospitò la più grande moschea che il mondo islamico abbia mai conosciuto: la Grande Moschea del Venerdì (IXsec.), ricoperta un tempo da maioliche smaltate, fiancheggiata da 44 torri e cinta da mura. Dell’intero complesso oggi restano le mura perimetrali e l’alto minareto di 33 metri, nominato nel 2007 Patrimonio dell’Umanità, detto Malwiyya ovvero chiocciola, la cui forma a cono a spirale trae ispirazione dalla ziggurat mesopotamica.
L’Abdulla Bin Zaid Al Mahmoud Islamic Cultural Centre a Doha (conosciuta anche con il nome Fanar o Spiral Mosque), utilizza la forma a spirale per il suo minareto replicando la Grande Moschea di Samarra in Iraq. Sebbene priva di un intimo simbolismo ma molto più legata ad aspetti evocativi ed estetici, il Centro Islamico è diventato in pochi anni uno dei monumenti più famosi di Doha con il suo minareto a spirale che domina la città e la illumina di notte.
La geometria della spirale ascendente è fortemente legato al tema dell’infinito e della conoscenza, specialmente nell’architettura barocca, la torre di San Ivo alla Sapienza, progettata da Francesco Borromini nel 1650 rappresenta un percorso ascendente verso Dio, la cui illuminazione divina è evocata dalla corona di fuoco sommitale.
Hans Ost interpreta la spirale del Borromini come un’antitorre di Babele in cui il simbolo negativo della confusione pagana si tramuta in quello positivo della sapienza (Il simbolismo in Sant’Ivo alla Sapienza, Bigardi V., 2011)
La guglia nera e oro a spirale della Vor Frelsers Kirke (Chiesa del Redentore) di Copenhagen, ispirata alla lanterna di Sant’Ivo, ha una doppia funziona simbolica: se da una parte rappresenta figurativamente lo slancio verso Dio ottenuto attraverso la preghiera della congregazione, dall’altro essa simula una lancia che ha lo scopo di dare trasmettere la forza militare.

Sebbene lontana dai culti religiosi, la cupola del Reichstag di Berlino progettata da Norman Foster è l’esempio attuale più compiuto di simbolismo legato alla geometria delle curve de delle spirali. Il percorso a doppia elica aperto al pubblico ricorda la sovranità e unione popolare tedesca che osserva l’operato del Parlamento. Un percorso visibile anche dall’esterno attraverso la cupola leggera e in vetro che si contrappone invece alla massività della costruzione sottostante: una spada di Damocle che pone la libera scelta del popolo tedesco in una riconosciuta posizione di superiorità e controllo rispetto alle scelte consumate all’oscuro della popolazione all’interno di quell’edificio sia nella Seconda Guerra Mondiale che alle dinamiche che portarono alla divisione della Germania durante la Guerra Fredda.

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