PBeB: Chiesa SS. Trinità a Cibeno di Carpi. La ricchezza della povertà

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La statua della Vergine. Scultore Manfred Alois Mayr

È inaugurata nella festività dell’Immacolata Concezione la nuova chiesa, dedicata alla SS. Trinità, realizzata a Cibeno di Carpi, in provincia di Modena, su progetto dell’architetto Paolo Belloni (PBeB Architetti). L’arch. Belloni non è nuovo al tema dell’architettura sacra, ricordiamo il suo progetto per le nuova chiesa di Cavernago consacrata nel 2018, Il Giardino della Pace e la Cripta dedicati a Giovanni XXIII a Sotto il Monte, la riqualificazione della Chiesa di Brembo di Dalmine e altri numerosi progetti per luoghi di culto.

I lavori di costruzione sono iniziati il 22 maggio 2017 e l’apertura al culto è dell’8 dicembre 2020 con la presenza di S.E.R. Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e Amministratore Apostolico della Diocesi di Carpi.

L’apertura al pubblico avviene esattamente 55 anni dopo quell’8 Dicembre 1965, quando il Papa Paolo VI chiuse il Concilio Vaticano II, che era stato aperto da Giovanni XXIII, diffondendo la Lettera agli Artisti in cui scriveva: “Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione…”.

Come nasce la nuova chiesa

La nuova chiesa, sussidiaria di Cibeno di Carpi, è il risultato di un lungo percorso cominciato con un concorso a inviti vinto dal progetto dell’arch. Belloni. Si trova in un quartiere sorto alla metà degli anni ’50 del ‘900 su una zona rurale alle porte della città di Carpi. Con la crescente urbanizzazione del territorio negli anni ’60 Cibeno divenne un quartiere residenziale caratterizzato per lo più da un’edilizia di pregio con villette e piccoli condomini plurifamiliari. Con l’inizio degli anni 2000, infine, il quartiere ha conosciuto un ulteriore sviluppo con la realizzazione di nuove residenze ei edilizia agevola. L’esigenza di una nuova chiesa più capiente, non lontana da quella esistente, nasce da questa evoluzione e dal fatto che la comunità, che l’ha fortemente voluta e pazientemente attesa, guarda con fiducia alla prospettiva di ulteriri sviluppi futuri.

La nuova chiesa, che ha ottenuto un cofinanziamento dalla CEI, si colloca nell’ambito di un lotto triangolare un tempo parte di un vecchio cimitero abbandonato nei primi anni ’60. Il lotto è posto a ridosso della zona industriale ed è caratterizzato dalla presenza, a sud, dell’antica chiesa e, a nord, dal muro di cinta del cimitero che fu costruito alla fine dell’800. In posizione baricentrica tra la vecchia chiesa e l’ex cimitero, si trova l’edificio dell’oratorio. Il resto dello spazio, a est, è un grande prato recintato destinato alle attività ludiche oratoriali che ha come fondale la strada provinciale, un’arteria piuttosto trafficata e rumorosa.

Il progetto realizzato è stato rivisto, rispetto a quello uscito da concorso, in ragione della drammatica vicenda del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna e del modo in cui questo ha inciso sulle risorse economiche disponibli. La maggiore ristrettezza economica, su impulso e per volontà di S.E. Mons. Francesco Cavina, è stata intesa come opportunità per pensare a un edificio semplice, sobrio, incentrato sull’interiore funzione liturgica e con un aspetto esterno improntato a una composizione minimale, ottenuta col ricorso a pochi volumi puri che cercano il dialogo col circostante paesaggio industriale.

Maquette della nuova chiesa.

L’edificio

Il volume principale, ad andamento prevalentemente orizzontale, trova un’espressione di maggiore verticalità nel tiburio a parallelepipedo che sovrasta il presbiterio con un importante lucernario che fotografa il cielo. All’esterno il tiburio è caratterizzato da un rivestimento metallico che rievoca il noto dipinto del Masaccio dedicato alla SS Trinità, cui la chiesa è intitolata. Il medesimo motivo, appena percepibile e riprodotto con una volontà più simbolica che figurativa, si ritrova in altre porzioni della facciata.

Questa è caratterizzata da un significativo aggetto che crea un importante portico che si sviluppa a “L” interessando anche un tratto del fronte ovest, verso via Canale di Cibeno, dove, rimasto quale memoria storica, si trova l’antico ingresso al cimitero dismesso.

Il sagrato della nuova chiesa è caratterizzato da un piano leggermente inclinato, pavimentato con un granito giallo il cui colore caldo riprende i cromatismi del muro perimetrale per generare uno spazio accogliente. Sul lato est un importante volume in aggetto articola la composizione del prospetto e lascia intravvedere al suo interno lo spazio gradonato dedicato al coro.

Collocata all’interno del vecchio recinto cimiteriale, la nuova chiesa si trova in luogo raccolto, silenzioso, in un certo senso in “sospensione”. Un’area verde, che mai è stata oggetto di edificazione, lo separa dalla strada provinciale. Il recinto definisce un ambiente silenzioso e accogliente aperto alla comunità attraverso puntuali brecce rispetto alle quali di allinea il volume della chiesa si allinea. Questo è eccentrico rispetto al recinto il che genera gerarchie differenziate sui suoi quattro lati. Sull’antico muro del cimitero, risanato,sono state lasciate alcune vecchie lapidi che raccontano la storia del luogo: anche grazie a questo esso accompagna chi giunge dal mondo esterno, in un percorso di raccoglimento e introspezione prodromico all’ingresso nella chiesa.

La facciata è impreziosita da alcuni inserti longitudinali dorati che rappresentano, in analogia alle fiammelle di alcuni affreschi rinascimentali, le anime dei defunti che ascendono al cielo.

L’impianto liturgico si imposta su un’assialità longitudinale che culmina con la zona presbiteriale. Alla destra del presbiterio, in un volume aggettante che richiama forma e proporzione di un transetto, è stato collocato uno spazio gradonato per il coro e i gruppi di bambini e ragazzi.

Le grezze pareti in calcestruzzo a vista sono state realizzate con l’inserimento di ossidi che conferiscono un colore caldo e sono state in buona parte successivamente martellinate a punta grossa trasformandole in veri e propri monoliti sui quali si infrange la luce che ne evidenzia la tessitura. Alcune tavole in abete, rese luminose da un trattamento di doratura, compaiono qua e là sulle pareti interne. Il pavimento, in cemento lisciato miscelato con ossidi, inerti e un trattamento al litio, assume un colore cuoio che lo rende vivo e accogliente.

Il progetto liturgico

I luoghi liturgici, progettati d’intesa con il liturgista Don Luca Baraldi, si dispongono in modo canonico sopra il basamento del presbiterio: l’altare centrale, l’ambone a destra, il tabernacolo collocato anch’esso a destra ma leggermente defilato inserendosi in prospettiva con una vetrata che si apre verso il giardino. Il luogo per la custodia dell’Eucarestia si colloca in una sorta di cappella laterale definita dal gioco delle prospettive. La sede, posizionata simmetricamente all’ambone rispetto all’altare, rimane ben visibile dall’intera assemblea.

Pedana presbiteriale, con la parete di fondo materllinata.

Altare, Ambone e supporto del tabernacolo sono realizzati in cemento decorativo impreziosito da un trattamento a fori riempiti con scagliola di colore avorio che recuperano in chiave contemporanea la tradizione locale dei paliotti di altare. Questo trattamento è il risultato di un’appassionata collaborazione tra l’architetto, l’artista Manfred Alois Mayr che ha fatto da consulente artistico per l’intero progetto, e maestranze altamente specializzate in questo tipo di realizzazione. Il risultato integra l’essenzialità e la semplicità che ogni spazio sacro deve possedere con la chiara volontà di non rinunciare a quei contenuti di eleganza e unicità che solo l’arte può conferire.

Altare, vista frontale.

L’immagine mariana è ospitata in un ambito dedicato a destra dell’ingresso principale. Si tratta di uno spazio totalmente rivestito in tavole d’abete dorate e abbondantemente illuminato dall’alto. La statua è stata realizzata partendo da una statua lignea esistente gradita alla comunità, ma magistralmente reinterpretata dall’artista, che ha conferito alla figura un colore blu cobalto analogo a quello utilizzato nei quadri di Giotto per restituire il velo della Madonna. Alcuni inserti in foglia d’oro zecchino le conferiscono un’aura dal forte significato simbolico.

Il luogo dedicato alla Vergine

Il presbiterio è caratterizzato da un importante lucernario che convoglia sullo spazio liturgico la principale fonte di illuminazione naturale di tutta la chiesa. Sul fondale in calcestruzzo martellinato a punta grossa è collocata la croce gloriosa trattata con una galvanizzazione in oro zecchino che riflettendo la luce naturale riflette un’aura dorata. Nella croce, dal disegno essenziale, sono incastonate cinque gemme di cristallo a ricordare le ferite dei piedi delle mani e del costato.

I pochi arredi sono stati disegnati appositamente e sono realizzati in legno di frassino non selezionato e quindi volutamente caratterizzati da evidenti venature di colore differenziato che rendono ogni singolo pezzo un pezzo unico.

CREDITS:

Committente: Diocesi di Carpi

RUP: Ing. Marco Soglia

Parrocchia di Sant’Agata di Cibeno

Parroco: Don Carlo Gasperi

Progetto Architettonico e DLL: Arch. Paolo Belloni PbeB Architetti, Bergamo

Progetto Artistico: Prof. Manfred Alois Mayr, Bolzano; Arch. Paolo Belloni

Liturgista: Don Luca Baraldi

Impresa di Costruzioni: COGEI srl Bologna

Cronologia:

Febbraio 2014: affidamento per redazione progetto rivisitato con nuovo budget

Marzo 2015: istanza CEI

23 Febbraio 2017: rilascio definitivo autorizzazioni (Comune e Soprintendenza)

05 Maggio 2017: inizio Lavori

19 Novembre 2020: fine Lavori

08 dicembre 2020: apertura al culto

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