IPOTESI PER UNA PALESTRA PROGETTUALE

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di Stefano Mavilio

Un recente corso di aggiornamento professionale per Architetti dal titolo “Chiese contemporanee: la bellezza da scoprire”, tenutosi presso l’Università Cattolica di Milano (25 maggio 2019), è stato teatro di un sincero e appassionato dibattito sulla bellezza dell’edificio chiesa e sul futuro dei complessi parrocchiali, alla luce delle nuove istanze che vanno via via emergendo.

Ed è risultato evidente come la chiesa edificio “in tutte le sue componenti e a partire dal processo che porta alla sua realizzazione, potrebbe essere strumento di catechesi, nel senso più ampio del termine: anche di educazione, di coinvolgimento della comunità, di stimolo a conoscere e renderci responsabili per la porzione di città dove abitiamo. Sarebbe anche forse l’unica via perché ne emerga un atteggiamento di cura verso questa casa comune”.

Al termine dell’incontro proposi che si aprisse un dibattito su tali temi.

Ecco in cosa consiste la proposta.

Premesso che:

– le chiese sono tornate argomento di studio, dibattito e occasione professionale;

– molti sono in grado di progettare un edificio per il culto che sia congruo all’azione liturgica;

– le occasioni progettuali, pur se diminuite, sono oggi regolamentate dalla disciplina del concorso secondo “manifestazione di interesse”;

– purtroppo spesso ancora si presentano progetti che seguono la moda, ignorando i suggerimenti della Chiesa Cattolica;

– sembra ancora ardua l’auspicata collaborazione fra architetti, liturgisti e artisti.

Invito:

le persone interessate e qualificate (Architetti, Ingegneri, Liturgisti, Artisti ma anche gli studenti di queste discipline) a contribuire al dibattito in maniera costruttiva, inviando a questo sito Web proposte innovative sotto forma di disegni (due-quattro), accompagnati da dieci righe di testo a commento, intese a dare riscontro ai problemi sul tappeto e che suggeriscano soluzioni attuabili e contemporanee, non storicistiche, a tematiche che inevitabilmente sono legate all’edilizia per il culto, quali:

– la tipologia – è sempre attuale la pianta centrale oppure si può ripensare all’impianto basilicale ed eventualmente, a quali condizioni?

– l’impianto liturgico – a presbiterio plenario, oppure disarticolato? Come impostare il sistema di relazioni tra luoghi liturgici?

– le facciate – una facciata che riassuma tematiche devozionali e simboliche è preferibile a un involucro alla moda spesso irrealizzabile?

– le coperture – perché le comunità parrocchiali continuano a preferire i tetti a falda? i motivi sono di natura devozionale? psicologica? funzionale?

– le volte, le cupole, i tiburi, i nartece e altri simili elementi compositivi – dati per scomparsi alla luce del modernismo hanno qualche chance di rientrare nel vocabolario architettonico contemporaneo?

– i rapporti e le dimensioni fra, e delle, singole parti che compongono i complessi parrocchiali – hanno un senso di per sé o vanno riferiti al “progetto assembleare”?

– i campanili – sono ancora attuali? a quali costi? le aule feriali – sono realmente utili oppure costituiscono una spesa aggiuntiva in una stagione nella quale si va fieri del vessillo dell’efficienza energetica e sarebbe dunque possibile evitarle?

– i luoghi per la carità e per il pluralismo etnico, culturale e cultuale – pur non contemplati dalle tabelle CEI, sono da prevedersi oppure si preferisce continuare a chiamarli depositi e affini? i luoghi per la riposizione delle urne cinerarie – sono leciti e accettabili anche al fine di produrre reddito per le povere economie parrocchiali?

(Beninteso, a tutto questo si accompagnano altre domande spinose:

– ha ancora senso continuare a progettare complessi parrocchiali di grandi dimensioni a fronte della diminuzione dei fedeli?

– ha senso progettare dalle otto alle diciassette aule per il magistero?

– perché predisporre tabelle parametriche che misurano gli edifici in superficie, quando non sono controllabili le altezze? Non sarebbe auspicabile finanziarli al metro cubo?)

Si propone dunque che chi sia disponibile a collaborare formuli nuove ipotesi che provino a scardinare l’immobilismo tipologico di chiese e complessi parrocchiali contemporanei troppo spesso tra loro simili. Non per lanciare un contest in cui si confrontino idee strane alla ricerca dell’inconsueto. Chiediamo invece a chi vorrà partecipare, di avanzare proposte per chiese nuove che siano belle, funzionali ed economiche; che siano i giusti luoghi per un corretto svolgimento dell’azione liturgica e che piacciano all’Assemblea dei fedeli; che del Corpo Mistico che è la Chiesa siano il volto e dunque a buon diritto esprimano un preciso atteggiamento.

Tutto questo affinché il confronto approfondisca il dibattito: perché si apra un luogo in cui la discussione possa avvenire non attraverso discorsi che, per quanto di grande valore e profondità, di per sé non sono “spazio” né “disegno” e tanto meno “progetto”: ma piuttosto perché attraverso schizzi e immagini si riesca a visualizzare che cosa si intende per chiesa contemporanea dotata di valore segnico, simbolico e liturgico; sia che si tratti di edifici nuovi, sia che si tratti di adeguamento di edifici esistenti.

Le proposte pervenute saranno pubblicate nella rubrica “Palaistra” sul sito www.architetturasacra.org con la presentazione scritta dei loro Autori.

A loro discrezione, esponenti del Comitato Scientifico commenteranno le proposte da loro ritenute più significative.

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