Mostra a Monteriggioni. La casula interetnica parla di fratellanza e carità

0
5006

Monteriggioni sta diventando un luogo d’eccellenza attorno al quale ruota e si diffonde una forte presenza, di persone del luogo e di immigrati, che produce idee e progetti originali e innovativi. Il riferimento è al gruppo che si riunisce intorno alla sartoria KiriKuci. Questa, a ridosso della parrocchia di San Rocco e grazie al suo sacerdote di riferimento don Domenico Poeta, sempre presente e attivo, è costituita e animata da immigrati. La sua attività si è espansa fino a interessare il bel borgo medioevale di Monteriggioni, meta ambita di pellegrinaggi quotidiani e turismo mondiale, vetrina privilegiata che ha permesso al giovane gruppo interetnico, nuove e maggiori opportunità di essere conosciuto e apprezzato.

L’idea originale, messa in campo dopo vari eventi di natura più eminentemente commerciale di autofinanziamento (mercatini di varia natura), è un’originale mostra sulle casule che ha luogo il 14 agosto 2021 nel giardino del Pellegrino, nel castello di Monteriggioni.

Che cos’è la casula

La casula, termine che ha ormai soppiantato il sinonimo “pianeta”, è la tunica indossata dal sacerdote nella celebrazione della Messa. Secondo il significato tramandatoci da Isidoro di Siviglia, casula sta per “piccola casa” alludendo alla forma ampia e circolare del manufatto che avvolge completamente l’officiante. Interessante sapere che questo dottore della Chiesa è stato designato nel 2002 da Papa Giovanni Paolo II “patrono di Interne”t, che con una grande iperbole si potrebbe definire la ”grande casa” che dovrebbe avvolgere tutto il mondo e tenerlo collegato in tutte le sue parti.

Le casule non sono solo corredo liturgico del sacerdote, hanno anche profondi significati simbolici, il cui uso è rigidamente codificato e definito. Così come avviene con i colori che dettano precisi momenti liturgici: per cui ad esempio il bianco o il dorato, simbolo di purezza e fede, viene indossato nei giorni di festa, l’azzurro per ricordare la Madonna, il viola per le commemorazioni funebri e periodi di penitenza. Al sacerdote è lasciata la libertà di personalizzare la sua casula con disegni e decorazioni, impreziosite di ricami e altro, comunque sempre indicativi di messaggi liturgici.

La mostra di Monteriggioni

La mostra esprime il rapporto stretto che si è sviluppato tra il gruppo KiriKuci e la comunità che fa capo a don Domenico. Alcuni disegni riportano i temi cari sia all’ordine religioso che alla vita dei ragazzi che formano il gruppo, tutti immigrati da terre lontane. Appaiono mari, pesci, pavoni ecc. che riflettono duplici storie: come se chi li ha disegnati volesse aggiungere al significato eucaristico un richiamo alle proprie radici e un racconto della propria storia in divenire. Si sviluppa in questi tessuti un ordito speciale, un’assonanza di tratti grafici e raffigurativi che esprimono il disegno unificante di un’umanità variegata, intessuta di buoni propositi e di buoni sentimenti, che altro non sono che i principi universali di fratellanza e carità. Terra e cielo che trovano in questa mostra la loro perfetta fusione.

Locandina della mostra di casule al castello di Monteriggioni